Gli adolescenti oggi si muovono in un universo
tecnologico la cui comprensione risulta fondamentale per discriminare e dare
significato alle loro modalità di fare
esperienza, di accedere al mondo
dei valori, dei sentimenti e
delle emozioni e di compiere il loro percorso formativo.
Ciò produce l’accentuazione di un divario
generazionale tra adulti e adolescenti, in parte causato dall’ empowerment adolescenziale sulle ICT,
che contribuisce a determinare in molti giovani una percezione di obsolescenza e inadeguatezza nella cultura e nei modelli
familiari, nonché uno spostamento sempre più intenso della ricerca dei
propri riferimenti e organizzatori esistenziali, dalle
agenzie educative tradizionali agli spazi
mediatici e virtuali.
Gli adolescenti, per le caratteristiche della loro
organizzazione psichica, tendono fortemente a una saturazione immediata dei bisogni, manifestando spesso una difficoltà a procrastinare desideri ed
esigenze a favore di agiti
impulsivi e fanno una scarsa
valutazione del rischio nel perseguire i propri obiettivi pulsionali.
La rapidità e la velocità dell’esperienza e delle
possibili vie di accesso a essa (per esempio, i canali tecnologici) divengono
quindi elementi intensamente ricercati e desiderati.
La società attuale, che fa della velocità,
dell’immediatezza e dell’istantaneità aspetti sempre più appetibili e
qualificativi, non solo della potenza delle tecnologie, ma anche dei meri
comportamenti umani e della valutazione della produttività di individui e
gruppi.
L’uso massiccio di Internet e dei cellulari sta
modificando gli aspetti comunicativi e relazionali delle nuove generazioni.
Ciò implica la costituzione di un lessico peculiare
(neodialetto high tech), di
simboli nuovi e diversi, persino di nuovi
stili relazionali.
Aspetti psicopatologici associati all’uso di Internet in adolescenza
Recenti dati provenienti dalla letteratura
internazionale dimostrano che la dipendenza da Internet in età adolescenziale è
associata a diverse condizioni psicopatologiche; per esempio, vi è una
correlazione tra Internet Addiction Disorder (IAD) e sintomi depressivi,
disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD), fobia sociale,
discontrollo degli impulsi, abuso di sostanze.
Inoltre l’uso di Internet negli adolescenti con una
sottostante vulnerabilità può
incentivare comportamenti disfunzionali
e disadattivi, normalizzando
condotte patologiche quali pratiche autolesive, propositi suicidari,
agiti aggressivi attraverso la condivisione di esperienze e lo scambio di
informazioni; questo è il caso, per esempio, dei siti ‘‘pro-ana’’, vere e proprie comunità virtuali che
promuovono le condotte anoressiche come
stili di vita condivisibili e accettabili; nei siti pro-ana, giovani
adolescenti, per lo più di sesso femminile, scambiano post e messaggi con
suggerimenti e consigli pratici sulle modalità per perdere peso o per
dissimulare il proprio comportamento con genitori e medici.
Anche i giochi
online si rivelano particolarmente pericolosi, poiché determinano il passaggio da attività ludiche condivise e organizzate a giochi
condotti in solitudine e privi di qualsiasi elemento di crescita individuale e
sociale.
Le conseguenze
negativesono:
elevato
dispendio di denaro,
assenze
da scuola, calo del rendimento scolastico,
furti,
utilizzo
di sostanze psicoattive
insorgenza di condizioni cliniche quali ansia,
depressione e rischio suicidario.
Come in altre forme di dipendenza comportamentale,
nelle dipendenze da Internet esiste in maniera molto chiara una fase intermedia
in cui il soggetto, pur avendo cominciato a utilizzare il mezzo in modo
eccessivo e disfunzionale, non si trova ancora in una condizione di dipendenza
vera e propria.
In questa fase, cioè, non è ancora comparso il
craving, la spinta irresistibile verso l’oggetto della dipendenza, né si è
ancora realizzato un discontrollo totale sulla condotta additiva tale da
rendere incapace il soggetto di limitarla in alcun modo.
SHORT ADDICTION
Le condizioni di abuso sono naturalmente
reversibili, così come non di rado lo sono anche le situazioni di dipendenza;
l’evidenza clinica, infatti, segnala la risoluzione spontanea di situazioni,
anche piuttosto impegnative, di dipendenze tecnologiche o da Internet che, dopo
alcuni mesi di intensa compulsione all’uso con le rilevanti conseguenze sul
piano psicologico e psicosociale, evolvono, pur senza alcuno specifico
intervento terapeutico, verso una graduale normalizzazione.
Tali condizioni, denominate short addiction,
rappresentano forme benigne di dipendenza tecnologica alla cui determinazione
favorevole contribuiscono i fattori premorbosi e di personalità del soggetto,
oltre a una serie di elementi protettivi di tipo ambientale (famiglia,rete
psicosociale).
Tratto da:
Review article “Internet
and technology addiction disorders in adolescence”
Dipartimento di
Biomedicina Sperimentale e Neuroscienze Cliniche (BioNec),
Università degli
Studi di Palermo