Prospettive sui veterani di guerra

Prospettive sui veterani di guerre attuali

Come qualunque istituzione sociale, le guerre stanno cambiando, da combattimenti tradizionali, addirittura con cavalleria, passando per quelli moderni con “nessuna presa esclusa“, a quelli post-moderni dove i civili sono non solo bersagli ma principali anziché “collaterali”. La 2^ guerra mondiale fu all’interfaccia fra moderna e postmoderna; dopo di che, le vittime civili hanno dominato le guerre, di Corea, del ViêtNam, al Terrorismo, in Afghanistan, Iraq, etc. E i veterani?

Dipende dalla guerra. C’è quella che gli americani chiamano la buona guerra – vittoriosa, per buone cause, con gloria collettiva e individuale, eroi medagliati, perfino con disordini [psichici] da esuberanza post-gloria (DEPG): bello, dai, rifacciamolo!  E d’altro canto la guerra balorda – persa, o comunque non vinta – con disordini da stress post-traumatico collettivi e individuali (DSPT), con un mai-più-guerra, o vendetta: che soffrano anche loro!  I DEPG sono un disastro per gli stati, le nazioni, le classi; i DSPT per gli individui, chi soffre di più, spesso socialmente in basso, soldati o civili, su un versante o entrambi. Perdere una guerra significativa non va, anche vincerne una non significative non va; perderne una non significativa è catastrofico.

E questo è appunto quel che tocca all’Occidente in generale, e agli USA in particolare, in questi anni. L’Occidente protegge gli imperialismi residui, e gli USA un impero morente ma ancora attivo, contro forze – dette “comuniste”, “terroriste”, da Occdente-USA – di liberazione che hanno un notevole sostegno mondiale. Occidente-USA mandano le proprie truppe, usando perfino la NATO in modo offensivo, “fuori zona”, le istruiscono in sessioni di propaganda strettamente protette, rendendone lo shock con la realtà ancor più penoso.

E queste non sono guerre buone, nel senso di lotte ben definite fra il Bene e il Male. Gli obiettivi di USA-Occidente, oltre a sopprimere l’“insurrezione”, sembrano comprendere la vendetta, la pura paranoia, chiari interessi economici, procurandosi basi per future guerre, anch’esse forse lungi da “buone”. Gli obiettivi del nemico, definito/i da USA-Occidente come Male, sono sovente molto mal compresi, se non per nulla.

Queste non sono guerre vincibili. Come esperito dagli inglesi il 19 aprile 1775, venire attaccati sulla strada Boston-Concord da un nemico americano invisibile che combatteva “da selvaggi”: i selvaggi tendono a vincere, pur se può volerci tempo. La “guerra asimmetrica” è a loro favore, combattendo per valori sacri, la libertà, i diritti umani, pronti a sacrificare le proprie vite con prospettiva di tempo illimitata.

una guerra né buona né vincibile è doppiamente frustrante. Fosse stata “balorda” ma vincibile, allora l’idea di “toglierci ‘sto lavoro da fare e diamoci dentro” potrebbe prevalere. Fosse stata buona ma non vincibile, potrebbe prevalere l’idea di “persistere ancora e ancora, per la vittoria finale” (dopo una Pearl Harbor o due). ma balorda e per giunta invincibile, immoralità + stupidità = frustrazione al massimo.  Una situazione grave con implicazioni a livello micro, personale, a livello meso, sociale, e a livello macro-mega, mondiale.

Alcune micro-implicazioni da DSPT: profondi traumi somatici, disordini mentali, suicidi (più che le uccisioni di nemici?), incapacità di riassumere ruoli in famiglia o al lavoro, profonda violenza. [Uomini che] hanno ucciso e visto compagni uccisi. Quella è la guerra , una semplice ragione per DSPT. Ma le ragioni più profonde per non saper fronteggiare né la guerra, né la vita civile, è che la guerra è una guerra balorda. Ma sono quindi contro le guerre in generale, o solo contro il perderle?

Pertanto, alti tassi di diserzione, resistenza alla guerra, rimorso, bisogni da riconciliare. Non solo incapacità di far fronte, di praticare l’essere “addestrati ad uccidere senza esitazione”, ma profonda demoralizzazione.

Certificando “preesistenti disordini della personalità” nei veterani con “casini”, l’esercito USA si risparmia spese e corti marziali, costringendo i veterani e le loro famiglie a pagare i costi delle guerre balorde e del combattimento inadeguato, ad bellum e in bello.

E l‘eroismo come creazione di senso è fuori gioco. L’eroismo è all’interfaccia fra il rischio procurator a sé stessi e il danno procurator ad altri, come Eroismo = Rischio a Sé x Danno ad Altri. Nessun danno nessun eroismo ma invece stupidità, nessun rischio nell’uccidere con droni da un computer d’ufficio o da 13.400 metri d’altezza -né eroismo.

La modalità di guerra moderna alla Clausewitz ha creato le propre negazioni. La guerriglia-terrorismo, combattere in salita contro lo stato quando non siano disponibili mezzi per una guerra “simmetrica” da stato a stato può generare rabbia e una vendetta terroristica di stato ma non una “buona guerra”; ancor meno attaccare una resistenza nonviolenta o un’azione [di contrasto] diretta.

Una guerra basata sulle menzogne propagandistiche del giornalismo embedded fa sì che ci si senta ancor più ingannati. I soldati sono osservatori in prima linea, ivi compresi i propri atti di commissione ed omissione. Può prevalere la sensazione che ci si abbia mentito, o ingannato da parte di media manipolati e manipolanti.

Abbassare socialmente e intellettualmente i soldati incanala la frustrazione in aggressione contro di sé, la famiglia, il posto di lavoro, anziché in azione politica per cambiare la politica, rendendo così meno democratica la società precisamente quando la democrazia è più necessaria.

Le conclusioni USA tratte dalla guerra del VietNam sono state controproducenti. Cancellare la coscrizione [obbligatoria], comprarsi un esercito di volontari a forza d’incentivi (carte verdi [= permessi di soggiorno permanente – ndt], istruzione superiore, “occupazione” in caso di crisi) ha sospinto i soldati e la loro violenza. Il giornalismo embedded ha creato sensazioni di essere manipolati. E lo “shock and awe” [imperversare lasciando il nemico tramortito – ndt], anzichè un incremento graduale, come se la direzione sbagliata fosse compensata dall’andar più veloci, non ha funzionato pure quello. Le guerre balorde restano tali.

Gli USA e i membri dell’ISAF (Forza internazionale d’assistenza alla sicurezza), la coalizione dei sempre meno volonterosi, patiranno queste conseguenze per decenni o forse generazioni. Quanto prima si pone fine a questa profonda irrazionalità risolvendo i conflitti, tanto meglio per tutti i coinvolti.

Originariamente postato il 5 luglio 2010 – #119 – TRANSCEND Media Service

EDITORIAL, 8 Jan 2024

#830 | Prof. Johan Galtung – TRANSCEND Media Service