La guerra crea male

La guerra non fa mai giustizia, ma sempre altra peggiore guerra

Sul sito www.serenoregis.org un articolo di Enrico Peyretti sul concetto e la pratica della guerra


La mia istanza è tanto etica quanto politica-realistica:

– Dobbiamo sostenere l’Ucraina aggredita dalla Russia? Sì. Con le armi? No.

– Nella criminale aggressione russa ci sono responsabilità anche occidentali: la pressione espansiva della Nato, che doveva sciogliersi nel 1989, come il Patto di Varsavia. Ciò non giustifica assolutamente l’aggressione russa, ma l’Occidente, se vuole la pace, deve cominciare a ripulire il tavolo della trattativa, perché anche la Russia lo ripulisca, da tutte le mosse, le intenzioni, le molte dichiarazioni anche ufficiali (vedi  www.peacelink.it) di volere “umiliare” la Russia.

– L’umiliazione è un atto ingiusto, offensivo, è un atto di dominio, imperiale, gravemente  pericoloso nei confronti  di una potenza nucleare. L’umiliato può reagire in modo irrazionale, ma è già gravemente irrazionale umiliare uno stato e un popolo. Abbiamo sentito la dichiarata intenzione Usa di ridurre la potenza della Russia a condizione di “paria”: un atto di follia!

– In Peacelink si legge documentazione sulla possibilità che c’era  di passare quasi subito, nel marzo 2022, alle trattative, possibilità respinta da Ucraina e Usa.

– È determinante contro le possibilità di pace il cinico criminale interesse dell’industria delle armi ad alimentare la guerra, a costo di centinaia di migliaia di vite umane. Dato ciò, diventa ingiustificabile un solo giorno di guerra in più, che non difende diritti e terre, ma massacra vite umane e strutture di vita.

– La vittoria delle armi non porta mai alla giustizia, ma alla rivincita sempre più pericolosa.

– Uno dei maggiori profeti di salvezza umana del Novecento ha scritto, nel 1963, «è fuor di ragione – alienum a ratione – pensare che nell’era atomica la guerra possa essere utilizzata come strumento di giustizia»  (Pacem in terris, n. 67) .  Cito l’espressione forte dell’originale latino, poi diluita in una fiacca molle espressione nelle traduzioni italiane. In realtà, ormai ogni guerra è pazzia, e pazzo, nemico di tutta l’umanità, chi la fa, la sostiene, la alimenta, la giustifica, la glorifica, chi si illude che possa ristabilire giustizia.

– È l’ora di bandire la guerra, non solo le atomiche, dalla civiltà umana, come l’evoluzione umana ha superato nella storia o sta superando molte altre barbare offese alla dignità umana.

– Un popolo cosciente e preparato si può difendere e liberare da aggressioni violente senza abbassarsi alla disumanità della  guerra (p. es. l’India con Gandhi). La lotta giusta popolare nonarmata nonviolenta non è utopia, ma storia reale, in numerosi casi, che la storiografia prevalente ignora, in ogni regione del mondo. Le lotte nonviolente sono statisticamente più efficaci e meno dolorose e costose delle lotte armate. Posso fornire un’ampia bibliografia storica (di 24 pagine e 107.519 caratteri).

– Dobbiamo certamente sostenere il popolo ucraino e condannare il governo russo, ma mai sostenere la guerra, né russa né ucraina. La diplomazia e la comunità internazionale potevano/dovevano immediatamente interporsi con corpi civili di pace, con la mediazione energica, con l’autorità morale dell’Onu: se il Consiglio di Sicurezza per la pace è assurdamente paralizzato dal veto dei vincitori della guerra 1939-45, l’Onu ha tuttavia l’autorità morale storica di rappresentare la comunità umana intera, e il diritto di convivere di tutti i popoli.

– La politica occidentale ed europea dimostra la propria miseria nel farsi competitiva militare dell’autocrate russo, invece di aprire una trattativa autorevole, sulla base del diritto internazionale di pace, unica forma degna e civile di relazioni interstatali e cosmopolitiche, adeguata alla vita umana.

– Dissanguare la guerra e non i popoli e i soldati; accogliere e celebrare gli obiettori/disertori: questo è il compito di una politica decente. Ma gli stati, tutti militaristi (intendono stoltamente la difesa soltanto come guerra!) non vogliono in casa propria il primato della coscienza dei cittadini sul vizio incancrenito della guerra. Nel 1999 il Presidente del Consiglio italiano (di sinistra, per la prima volta al governo) disse: «Per dimostrare di saper governare, bisogna dimostrare di saper fare la guerra». Stoltezza madornale.

– Sulla intera umanità pesa un dogma nero, infernale: alla guerra si può opporre solo la guerra. È come dire che nelle offese tra cittadini c’è solo la vendetta privata. Noi abbiamo superato (salvo alcuni residui barbari) la legittimità della giustizia privata individuale. Altrettanto è necessità ormai assoluta il superamento della giustizia privata statale, cioè la guerra, che deve essere sempre illegittima.

– Ora è subito necessaria la pressione internazionale cosmopolitica per cessare il fuoco, che è soltanto “sacrifici umani” all’idolo del potere,  senza alcun frutto di giustizia. Anche se l’Ucraina riprendesse tutti i territori occupati sarebbe una vittoria sporca di sangue: le vite umane valgono più di tutte le questioni di confini. Una consultazione davvero corretta, sotto controllo internazionale, delle popolazioni delle regioni contese, potrebbe portare a una soluzione sul modello Tirolo-Alto Adige. La pace che permette di vivere è possibile, se c’è la volontà. Perché i governi “democratici” non vogliono questo, che è la volontà dei popoli? Obbediscono al bene dei popoli o ad interessi economico-militari e imperialistici?

– Se pure volessimo, per incapacità di pensiero nuovo, giustificare una guerra, dobbiamo sapere che un mezzo violento, omicida, disumano, non può portare a un risultato di valore umano, di giustizia. Il mezzo determina il risultato, non lo giustifica mai, se è un mezzo ingiusto. Il seme determina la qualità dell’albero, ci ha mostrato Gandhi in modo definitivo. La realtà tragicamente possibile dimostra che le politiche ignare di questo principio preparano la distruzione dell’umanità. Possiamo fermarle se tutti insieme pensiamo in modo nuovo.