Evento al Cinema Nuova Aurora
Cutro, Calabria, Italia
Un film evento di Mimmo Calopresti con collegamento video in diretta con il regista. Venerdì 21 febbraio 2025 ore 21 presso il Cinema Nuova Aurora di Sansepolcro
Quattro giorni di navigazione dall'Egeo allo Jonio, a riparare la testa dal sole meridiano per chi boccheggia in coperta e a coprire la bocca dai fumi del motore per chi soffoca sottocoperta. L'antica Smirne, l'antica Creta e l'antica Locri passano davanti ma nessuno vede nulla impegnato com'è a sopravvivere per poi poter vivere. Alla fine, la costa è vicina, lo sentono, lo sanno, nonostante il buio di quell'ora, il vento di quella mattina, il mare di quel giorno. Quindi l'impatto con la secca, la barca che si rovescia e le persone che cadono in acqua. Sono le 4 del mattino del 26 febbraio 2023 quando il caicco "Summer Love" con a bordo quasi duecento persone si arena a 150 metri dalla riva, causando 94 morti, 20 dispersi e 81 sopravvissuti. A Cutro, che è in Calabria, in Italia. Quelle spiagge erano il "navifragum Scylaceum" di Virgilio. Sono tornate ad esserlo. Quanto tempo ci ha messo Mimmo Calopresti per tornare in Calabria? In realtà non se n'è mai andato da quella piana di Gioia Tauro - Polistena, dov'è nato - fatta di incroci in mezzo al nulla e strade che non si sa dove portano, nemmeno quando il padre trasferisce la famiglia nei viali sabaudi di Torino perché dalle forbici da sarto passa a manovrare i macchinari della Fiat. È un continuo stare su e andare giù, per forza e perché è andata così (Preferisco il rumore del mare, uno per tutti), finché poi non s'è deciso e si è fermato nella Calabria del presente di “L'abbuffata” e quella del passato di “Aspromonte - La terra degli ultimi” - che poi, in fondo, sono la stessa cosa. Mancava la Calabria del futuro, ed eccola, funesta, in questo Cutro, Calabria, Italia. Perché questa sarà la grottesca estate delle prossime decadi: bagnanti sullo Jonio che cercano sollievo dalla canicola, migranti sull'Egeo che bramano rifugio dal riscaldamento globale (e dalla guerra, dalla povertà, dalle persecuzioni...), e i due mari pieni di corpi e relitti. Già, lo Jonio e l'Egeo, l'uno germano dell'altro, di nuovo sulle mappe dell'esodo globale, perché come ricorda il sindaco Vittorio Zito, "c'è un detto secondo cui se da Izmir vai sempre dritto arrivi a Roccella Jonica". Dalla Turchia alla Calabria con barche a vela e caicchi, lungo una rotta meno pattugliata e trafficata, quindi più sicura e costosa. Finché non incontri una secca e affoghi a cento metri dalla riva. *Come fai a raccontare quello che molti hanno definito “strage di Stato”? Calopresti lo sa, ha negli occhi i sudari bianchi sulla spiaggia, la carovana istituzionale nel buio della notte, i familiari che si strappano l’anima in tutte le lingue del mondo. Quindi fa l’unica cosa possibile, lui che è un calabrese errante, un sommozzatore d’archivio, prende e va’, chiede, sbaglia, richiede, incontra per poco o per tanto, ricorda e fa ricordare, capisce la colpa che investe tutti e alla fine si sente in colpa pure lui. Calopresti non ci casca, non fa il film necessario, urgente – era tutto già necessario e urgente. Però fa un’operazione di restituzione, di piccoli ricordi, momenti, esistenze che sono entrati nella narrazione più grande solo per la iattura di questa storia.