Su La Stampa del 24 Settembre 2025 una riflessione di Alessandro Bergonzoni, artista, attore, Premio Nazionale "Cultura della Pace-Città di Sansepolcro", nel 2022
Ci sveglieremo. E supplicheremo di essere quei bambini, donne, vecchi e persone che vengono ammazzati e ammassati contro la vita, piuttosto che esser la morta umanità di chi gli spara o li bombarda. Pregheremo di soffrire come loro, invece che essere fatti come chi li tortura e li affama ancora. Vorremo provare quel dolore delle separazioni e dell’invasione, pur di non somigliare in nulla neppure fisicamente, a chi dà l’ordine di massacrare e di estinguere una popolazione. Non possiamo più essere “uomini o persone” della stessa maledetta umanità. Arriverà un giorno, un momento, forse è questo, in cui durante e dopo questo genocidio, dovremo scegliere l’anima: tra quelle vendute o mai avute dei criminali che governano le morti altrui, o quelle degli oppressi trucidati, violati e finiti. Non ci sarà Italia o Europa, America o altre nazioni e continenti a fingere di voler finire questa carneficina, a credere all’economia, politica, geopolitica, armi, media, finanza, social, televisioni… Dovremo tutti scegliere da che anima stare, che amore fare, non solo da che parte, per smettere di obbedire, comprare, allearci, litigare, parteggiare e patteggiare. A chi mi chiede da che parte sta quest’anima (mundi) rispondo: ovunque si mediti, si preghi, si pianga, si curi, si salvi, si difenda, si accolga, si scenda nelle piazze (comprese quelle interiori), si scriva, si legga un verso, pur di non tornare o restare umani così, già sadicamente crudeli satanici. Quell’umanità minuscola è finita, una nuova atomica è già scoppiata e ci stiamo sciogliendo di paura, impassibilità, impotenza, abitudine, partiti, voti, interessi del terrore… Ma ora s’aprirà un altro evo, quello della sovrumanità, arte della spiritualità, della immedesimazione sacra, che ognuno di noi si metterà come una nuova pelle, per riamore non più per forza: la nostra vecchia ora sta diventando cenere: non la possiamo più indossare, si è polverizzata come tutti sfiniti e finiti. Adesso possiamo essere, non solo vivere; proteggere, non sempre perdere o sconfiggere; possiamo far ammutinare l’odio buio e diventare noi la luce dentro il tunnel, non aspettare di vederla in fondo. Il fondo è questo. Utopia? Senza resteremmo morta umanità, così, come quelli che ogni genocidio di innocenti e non soldati, chiamano solo guerra, che ogni razzo chiamano normale vendetta. Che ogni crimine contro i diritti umani chiamano giustizia per il proprio paese, qualunque esso sia. Sarà l’anima il nostro universo, popolo, la nostra razza o genia, sovrumana. E tutto il resto? Non abbiamo ancora visto che è già stato spazzato via da noi, noi conniventi in un soffio?
Ps: Ah se ogni soldato o criminale al potere fosse una madre!
Alessandro Bergonzoni